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Vitalik Buterin, creatore di Ethereum. Il piccolo uomo contro il grande uomoTempo di lettura: 4 min.

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In un podcast su Unchained, Vitalik Buterin racconta le sue preoccupazioni, le sue idee, i suoi progetti e i suoi inizi su Ethereum, mostrando come l’obiettivo sia quello di portare benefici al piccolo uomo, dato che il grande uomo “ha già abbastanza soldi”.

Quando Vitalik Buterin ha concepito Ethereum per la prima volta, inizialmente ha pensato che dopo aver fatto partire il progetto sarebbe tornato a scrivere per Bitcoin Magazine e che magari sarebbe tornato all’università.

Considerato che Ethereum ha raggiunto una capitalizzazione di mercato di circa 120 miliardi di dollari, sembra quasi incredibile. Ma, come ha detto lo stesso Vitalik nell’ultimo episodio del podcast Unchained, curato dall’editrice di Forbes Laura Shin,

“La prima versione di Ethereum che ho pensato era molto meno ambiziosa rispetto a quello che è venuto nei mesi successivi, e sicuramente non così ambiziosa come ciò che sto pensando in questo momento”.

Buterin inoltre non aveva previsto tutta una serie di sfide che Ethereum si è trovato a fronteggiare, inclusa la costituzione della Ethereum Foundation, un ente svizzero che amministra lo sviluppo di Ethereum; e come “The DAO“, un furto da 50 milioni di dollari di un fondo di rischio autonomo decentralizzato basato su Ethereum, che ha causato poi una rottura nella rete, risultando in una moneta concorrente chiamata Ethereum classic.

In più, inizialmente Vitalik aveva pensato che Ethereum sarebbe stato utilizzato per scopi piuttosto limitati:

“se succede X, allora invia 5 dollari all’account Y, se succede Z, invia 5 dollari all’account B. È ciò per cui pensavo che sarebbe stato usato Ethereum. Dopo un po’ di tempo, le persone hanno iniziato a parlarne, usiamo Ethereum per l’IoT, usiamo Ethereum per implementare democrazia nella blockchain, usiamo Ethereum per implementare sistemi di identificazione, infrastrutture internet, e questa lista ha continuato ad allungarsi molto velocemente”.

“Mando al diavolo il grande uomo”

Parlando delle differenze tra la sua visione e la realtà dei fatti, in una sua citazione in un articolo di Wired del 2016 afferma: “Personalmente, mando al diavolo il grande uomo. Ha già abbastanza soldi”, e in merito al fatto che le Ethereum Enterprise Alliances avessero tra le loro fila compagnie come JP Morgan, Microsoft, risponde:

“Penso che le blockchain arricchiscano le persone che non hanno accesso alla finanza, all’abilità di contrattazione, alla capacità di fare in modo che le persone si fidino di loro. Finché le grandi compagnie ci stanno dentro, penso che abbiano un preciso ruolo, e penso che le più intelligenti, che sono in grado di fare il primo passo e di osare con la tecnologia piuttosto che contro di essa, possano sopravvivere e addirittura trarre dei benefici dall’intero processo”.

Vitalik ha spiegato come Microsoft negli anni ‘90 fosse visto come un monopolio malvagio, ma ora, paragonata alle compagnie cloud che controllano tutti i nostri dati, appare come il male minore perché sta dalla parte delle persone che possono avere il controllo dei loro dati. La ragione di base è che, con le compagnie web, l’utente non è il cliente, ma il prodotto.

Durante il podcast è stato discusso anche un tweet che chiedeva se la comunità crypto avesse guadagnato o meno la capitalizzazione di mercato di 500 miliardi di dollari, e Vitalik ha scherzato,

Se ero preoccupato a 500 miliardi di dollari, adesso a 740 sono ancora più preoccupato”.

Ha citato alcuni progetti blockchain utili per il sociale, come il programma United Nations World Food, sebbene sia ancora su una blockchain privata. Ha sottolineato come progetti come questo non possano usare blockchain pubbliche finché non verranno risolti tutti i problemi di scalabilità.

Fonte: Forbes

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Emanuele

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Crypto-lover. Nerd tra i nerd. Ama analizzare numeri e grafici. Crea statistiche anche dove non necessario.
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