Così come l’uso degli smartphone ha ridisegnato i confini del possibile, Ethereum nei prossimi anni si appresta a portare l’umanità un passo più avanti nella sua evoluzione. Non crederci sulla parola. Ora te lo dimostriamo passo per passo. Innanzitutto…
Risposta breve:
Ethereum è una tecnologia informatica estremamente innovativa che può migliorare alcuni processi quotidiani in cui c’è scambio di denaro o di servizi, rendendoli trasparenti, affidabili e inattaccabili e in questo modo apre le porte a un miglioramento della qualità della vita delle persone su larga scala.
Risposta lunga:
Ethereum è il primo computer virtuale decentralizzato del mondo.
Di solito, siamo abituati a pensare a un computer come qualcosa di fisico, dove qualcuno digitando dei tasti fa accadere delle cose.
Ethereum è un computer che non esiste. È virtuale. Cioè non risiede in alcun luogo fisico ma nella rete.
Tecnicamente, è composto da tutti i computer che partecipano alla rete di Ethereum ma allo stesso tempo è autonomo da questi.
In altre parole, se spegni il server di Facebook, Facebook si spegne. Se spegni un computer della rete di Ethereum, Ethereum continua a funzionare, grazie agli altri computer connessi.
Essendo decentralizzato, nessuno può controllarlo, censurarlo o attaccarlo: se provi ad hackerare un computer della rete, ce ne sono altre migliaia accesi che proseguono incessantemente a far funzionare Ethereum.
Ne consegue che:
Attraverso un programma che si chiama blockchain (catena di blocchi).
In pratica, tutte le operazioni effettuate in un determinato arco di tempo sono “impacchettate” in blocchi di codice criptato e registrate per sempre su un registro pubblico.
Ogni nuovo blocco di codice deve essere validato da un certo numero di utenti che partecipano alla rete Ethereum per avere il “lasciapassare” per il registro pubblico.
Questo garantisce che nessuno si alzi la mattina e scriva del codice dannoso per la rete perché non sarebbe validato dagli utenti.
Per far funzionare la rete di Ethereum, ci vogliono dei computer costantemente accessi che cedono parte della loro potenza di calcolo alla rete.
I computer che partecipano alla rete di Ethereum necessitano di “energia” (detta gas) per il loro funzionamento. Ma come poter acquistare questa energia?
Eureka! Con l’Ether. Ether è la moneta digitale che spalanca le porte per la fruizione della piattaforma Ethereum e, in buona sostanza, serve per “far girare” tante delle sue applicazioni.
Una di queste sono gli Smart Contracts.
La blockchain non è un’invenzione di Ethereum ma esiste già per altre monete digitali come Bitcoin (la più famosa)…
…con una piccola grande differenza.
Le blockchain di Bitcoin e delle altre monete digitali servono solo a garantire lo scambio di una moneta che non è controllata da nessuno, cioè governi e banche non ci possono mettere sopra le mani (e questa è già una grande cosa).
La blockchain di Ethereum va oltre.
Serve per eseguire programmi chiamati “smart contract” che permettono di avere delle transazioni finanziarie che vengono eseguite solo in certe condizioni.
Questo concetto non è immediatamente intuitivo e per questo abbiamo preparato un chiaro esempio.
Entri in un taxi e c’è un app che gira su Ethereum che attiva uno “smart contract” che regola la corsa in taxi.
Questa stabilisce ad esempio che:
– in base alla destinazione, sarà bloccata una certa somma di denaro;
– solo se il tassista ti porta a quella destinazione automaticamente si sblocca la somma di denaro prevista per la corsa.
In questo caso, è lo smart contract a fare da garante per il servizio del taxi, sia per il cliente che paga solo se giunge effettivamente a destinazione e sia per il tassista che non avrà problemi a ricevere il denaro.
E questo è solo uno dei tanti esempi di applicazione pratica di questa tecnologia.
Una delle emergenti qualità di Ethereum si sta materializzando durante gli ultimi mesi nella creazione della finanza decentralizzata.
Con l’acronimo DeFi ci si riferisce a degli strumenti finanziari convenzionali basati su una blockchain, in particolare Ethereum.
Si tratta di strumenti basati principalmente su protocolli open source o framework modulari per la creazione e l’emissione di risorse digitali e sono progettati per operare su una blockchain pubblica, offrendo notevoli vantaggi come: la resistenza alla censura e un migliore accesso ai servizi finanziari con lo scopo di rendere la finanza tradizionale trasparente, sicura e democratica.
Certamente le caratteristiche open di Ethereum rendono molto più semplice l’accesso agli strumenti finanziari un tempo relegati agli operatori professionali.
Cosa significa fungibile? “Fungibile” è qualcosa di intercambiabile.
Un bene fungibile è ad esempio la moneta da 1€. Se io e te ce ne scambiassimo una, avremmo entrambi nuovamente lo stesso “bene”. Anche gran parte delle cryptovalute sono beni fungibili. Vendere 1ETH per comprare 1ETH non ha senso.
I token non fungibili, in pratica, non sono monete. I beni non fungibili sono beni non intercambiabili.
Per tornare sul pratico… prendiamo ad esempio il catasto edilizio. Al suo interno descrive le caratteristiche degli edifici. Sono tutti edifici ma ognuno di essi ha proprietà differenti (mq, altezze, piani, locazione e così via…).
Ethereum permette la creazione di catasti digitali, di elenchi ordinati di oggetti della stessa specie ma dalle caratteristiche differenti.
Uno dei più anticipati eventi nell’ecosistema Ethereum è il passaggio da Proof of Work a Proof of Stake. Entrambi questi sistemi sono usati per raggiungere il consenso e mantenere la sicurezza della blockchain.
La differenza tra i due metodi è molto semplice.
La Proof of Work usa il mining per raggiungere l’obbiettivo, richiedendo una grande quantità di elettricità e potenza computazionale.
La Proof of Stake ha l’intenzione di sostituire un sistema che richiede così tanta spesa di risorse al fine di ottenere, invece, un consenso sicuro attraverso i partecipanti del network, i quali dovranno fare una scommessa (“stake”) con le proprie monete virtuali (in questo caso gli Ether) in cambio di premio proporzionale (l’importo scommesso vs. tutte le monete disponibili in tutto il network) per il loro mining virtuale.
Nessun mining PoW-style avviene nella PoS; il deposito è effettuato con il fine di incentivare azioni oneste. Il deposito di un validatore viene bruciato (automaticamente reso forfettario e distrutto) se attua una mossa a danno del network, così come definito dalle condizioni minime di “slashing”.
Questo permette la creazione di una rete di validazione molto più eco-friendly e capace di supportare un numero di transazioni al secondo di vari ordini di grandezza più grandi di quelle fin ora permesse dalle blockchain tradizionali.
Il vero elemento disruptive di Ethereum rispetto al resto del mercato, in questo momento è però la sua potenziale pervasività. Come abbiamo appena visto Ethereum può spaziare dall’automazione quotidiana (gli smart contract) agli strumenti per la finanza (DeFI), alla digitalizzazione dei beni.
Quale cosa può esser più esplosiva di uno strumento che contempla al suo interno caratteristiche e funzioni, finora – molto spesso – poco amalgamate fra loro e che, a fatica, riuscivano a dialogare?
Con Ethereum tutto si mescola, tutto può essere interconnesso per creare applicazioni e casi d’uso capaci di rivoluzionare letteralmente il mondo in cui viviamo.