Con la transizione di Ethereum dalla PoW alla PoS, sta aumentando l’attenzione nel mondo cripto e blockchain per la Proof of Stake.
Un sistema per cui il titolare di una criptoasset blocca i propri fondi al fine di partecipare al processo di inserimento dei blocchi, con la possibilità di essere scelti e ricevere una commissione di transazione come premio.
Tale possibilità avviene in funzione della quantità di monete at stake e attraverso metodi di selezione casuale (random).
La PoS è concepita come un’alternativa alla PoW, con il medesimo fine di mantenere l’affidabilità e la sicurezza di un protocollo a lungo termine.
Ethereum staking
Dal 1 dicembre è partito ufficialmente lo staking su ETH 2.0 e con questo le rewards sui depositi, il guadagno è correlato al numero di partecipanti, in quanto tutto quello che viene prodotto dalle rewards generali viene suddiviso su tutti i nodi che fanno parte della rete, in proporzione alla quantità di stake di ognuno.
All’aumentare della quantità di stake totale presente nel network la percentuale di ritorno diminuisce, questo perchè le rewards vengono suddivise tra più partecipanti.
Bisogna considerare che parliamo di Ether, una moneta con un potenziale altissimo con un’elevata capacità rialzista dovuta alla sua volatilità, con la conseguente possibilità di aumentare il suo quantitativo in Ether.
Come fare?
Il principale sistema per fare staking è quello di seguire la guida ufficiale presente sul sito di Ethereum, con 32ETH possiamo creare un nodo full validator, ai 32ETH puntati deve essere aggiunto un sistema hardware in grado di eseguire un client ETH2, ovvero una copia locale della blockchain.
Attenzione il nostro nodo deve essere in grado di garantire una performance adeguata, altrimenti rischiamo di incappare in una duplice spiacevole situazione:
- essere penalizzati sulle rewards che riceviamo
- lo slashing, ovvero ci vengono sottratti parte degli Ether come penalizzazione.
Un sistema utile a disincentivare i nodi “scorretti” che non servono al funzionamento di Ethereum.
La seconda opzione, se abbiamo meno di 32ETH è quella di entrare a far parte di una staking pool.
Staking as a service
Come abbiamo già avuto modo di dire, per fare staking oltre a bloccare i nostri ether, abbiamo bisogno del know-how tecnico e sistemi performanti in grado di garantire un funzionamento costante del nodo.
Non tutti riescono a soddisfare questi criteri, la soluzione arriva dalle piattaforme di staking as a service, ci aiutano ad effettuare lo staking gestendo loro tutta la componente tecnica.
Oltre a questo supporto (di non poco conto) tali sistemi sono utili per chi, pur non potendo puntare 32ETH vuol partecipare allo staking, reso possibile grazie all’organizzazione di staking pool, le singole puntate sono aggregate fino a raggiungere la quota necessaria di 32ETH.
Troviamo ad oggi diverse soluzioni, adatte alle più svariate esigenze:
- sistemi “ibridi che permettono la gestione dei fondi con “wallet non custodial” tipo MetaMask, che si interfacciano con dAAp e smart contract.
- sistemi centralizzati, come la soluzione offerta da Binance
Vediamo le diverse soluzioni più in dettaglio…
Quali opzioni?
Lo staking su Ethereum offre diverse soluzioni, da quella “classica” costruendoci da soli il nostro nodo full validator, ad una serie di servizi con risoluzioni differenti, tra le più versatili troviamo Stkr e RocketPool e servizi centralizzati come Binance.
Stkr
Stkr è creato dal team Ankr, Ankr è una piattaforma che permette di avere dei nodi su diverse blockchain senza avere particolari abilità tecniche o hardware, pagando una quota mensile.
Grazie ad Ankr è possibile fare staking con Stkr, un servizio dedicato che offre la possibilità di partecipare a delle micropool partendo da un minimo di 0,5ETH ad una massimo di 1000 ETH, organizzato tramite:
- staking manager, assegna automaticamente i fondi alle pool
- staking liquidità, con questa soluzione una volta depositati i nostri Ether riceveremo un token aETH che ci permetterà di scambiare le risorse puntate in qualsiasi momento tramite coppie di liquidità su Uniswap, grazie al suo contratto:
a differenza dello “staking puro” dove una volta portati i nostri Ether sulla Beacon Chain questi non potranno essere prelevati fino a quando Ethereum 2.0 non sarà completato.
- Security, in quanto interfacciandoci con il nostro MetaMask gestiremo i token e le operazioni attraverso la nostra private key.
Inoltre come staker non correremo rischi di slashing in quanto il nodo è gestito dalla figura del provider, si può diventare provider impostando un nodo ETH2.0 e con una quota minima di assicurazione di 4ETH usata per prevenire casi di slashing, le ricompense saranno maggiori, a fronte di rischi maggiori.
Rocket Pool
Rocket Pool è un servizio nato per lo staking su Ethereum, si presenta come un’infrastruttura decentralizzata e distribuita, la rete permette a qualsiasi individuo, azienda, DeFi dAAP ed exchange di offrire servizi di staking ai propri utenti.
Liberando dall’incombenza di mantenere sofisticate infrastrutture, grazie a un sistema di smart contract open source ed un software di nodo personalizzato, rende il servizio flessibile ed adattabile a molteplici realtà.
Gli utenti che depositano ETH riceveranno rETH, ovvero una rappresentazione “tokenizzata” del deposito staking nella rete.
Nata in Australia nel 2016, è tra le soluzioni con “maggiore esperienza” progettata per consentire ai partecipanti con meno di 32ETH di unire i fondi per lo staking.
Binance staking
Binance ha lanciato il servizio di staking dal 2 dicembre, gli utenti che partecipano riceveranno il token BETH in un rapporto 1ETH=1BETH, così come le ricompense che saranno distribuite giornalmente e sempre in BETH.
BETH tokenizza la quantità di ETH presente nella pool e permetterà di riscattarli non appena la fase di Ethereum 2.0 sarà terminata.
Per quanto concerne invece la distribuzione del token BETH, sarà reso disponibile sui wallet di Binace e abilitato al prelievo e al trading solo da gennaio.
Binance coprirà tutte le spese operative del validatore per gli utenti, sopporterà tutte le spese per eventuali sanzioni e tutti i premi per lo staking saranno distribuiti agli utenti.
Importo minimo della puntata è di 0.0001ETH.
Attesa una soluzione simile dall’exchange Coinbase.
Conclusioni
Questo articolo vuole essere una panoramica generale sulle possibili soluzioni per lo staking, un approfondimento da parte del lettore interessato è d’obbligo.
Non si vuole consigliare una o l’atra soluzione, perchè non vi è una soluzione migliore se non quella più adatta ad ogni singolo caso.
Commenti
4 Responses
Ci sono già analisi sul come fare poi per pagare le tasse? Dato che lo staking non è un’attività occasionale, è necessario aprire una partita iva?
Non deve pagare alcuna tassa sugli Ether, se non in caso di vendita e se viene registrata una plusvalenza. Ma per esser sicuri di cosa fare in merito all’argomento tassazione, invitiamo a sentire un professionista in tema fiscale.
ho visto che il BETH vale meno di un ETH…..ha senso ancora farlo?
Salve,
il sito EthProminer.com è riconosciuto come un Nodo?