Oggi parliamo dell’Ethereum IoT, ovvero l’Internet of Things.
“L’Internet Of Things è quando il tuo tostapane mina Bitcoin per pagare i suoi debiti di gioco al frigorifero.”
Quando questo messaggio venne pubblicato su Twitter da Andrew Miller nel 2015, divenne presto un meme per tutti quelli che vedevano con scetticismo le possibili applicazioni della Blockchain nell’Internet of Things.
L’idea di un tostapane che si attiva da solo con la sua propria identità digitale, probabilmente fornita da 12 Inc, è diventata parte della cultura popolare della blockchain.
Se stiamo per capire l’Internet of Things (IoT) descrivendo come si relaziona ad oggetti di uso comune come tostapane e biciclette stiamo perdendo il quadro più amplio della situazione: un network globale futuristico di device connessi, trasformando i processi industriali e commerciali in un modo che non possiamo ancora comprendere.
L’intersezione tra IoT e Blockchain è un’area affascinante. Gartner ha predetto che entro il 2020 ci saranno 20.4 miliardi di device connessi, sensori più efficienti e microprocessori che offriranno il potenziale per i casi d’uso di cui oggi non possiamo che sognare.
Le architetture decentralizzate attenuano tutti i point of failure fornendo protocolli standard per far comunicare i device tra loro.
Per esempio, immagina un device smart connesso ad un oleodotto. Avendo accesso a dati storici e attuali, potrebbero essere eseguiti contratti intelligenti per regolare il flusso di petrolio in base alla domanda mondiale aggiornata all’ultimo minuto o reindirizzare l’olio in aree dove il clima avverso potrebbe essere in grado di stimolare un improvviso picco di utilizzo.
Per far qusto la conduttura dovrebbe essere in grado di consumare dati da differenze risorse e fidarsi di questi dati.
Le compagnie di petrolio potrebbero rapidamente fallire se la fornitura fosse interrotta in un momento sbagliato o fosse deviata in aree dove la domanda è alta. Questa l’interoperabilità e la fiducia sono la chiave per molte delle operazioni dell’Internet of Things, che si tratti di Ethereum IoT o meno.
Prendi, per esempio, i sistemi di gestione del traffido del futuro in cui veicoli autonomi creati da varie compagnie automobilistiche potrebbero aver bisogno di condividere con altri veicoli o altri sistemi di monitoraggio non solo la propria posizione ma anche i dati telemetrici come l’efficienza energetica o il numero di passeggeri nell’auto.
La blockchain o, in altri termini, la tecnologia degli archivi distribuiti potrebbe essere la soluzione a queste sfide.
E’ importante fare questa distinzione tra la vera Blockchain e gli altri tipi di archivi distribuiti pubblici o privati che usano Ethereum, Bitcoin o altre blockchain pubbliche come base.
Molte di queste nuove reti industriali o dei prodotti di supply-chain che utilizzano tecnologie la cui architettura ha alcune caratteristiche in comune alla Blockchain così come la conosciamo.
Quattro delle più aree interessanti nelle quali la tecnologia blockchain potrebbe essere utile per l’Internet of Thing sono: la gestione delle supply-chain, la capacità di vendita dei device (o di altri servizi) ad altri device, i servizi di vendita di device agli umani nella sharing economy e la condivisione dei dati dei device con terze parti.
Per esempio, IBM ha investing milioni nella tecnologia Blockchain, in particolare nell’integrazione della sua piattaforma IoT Watson e se la sta giocando con la Microsoft che offre il servizio Blockchain as a service (BaaS) come mezzo per dare forza ai network industriali del futuro.
Microsoft offre a Waves, Parity, Syscoin e Blockchain e altre integrazioni blockchain sul marketplace di Azure.
L’IBM in particolare sembra mirare ad un’offensiva per gli sviluppatori blockchain, rendendo più facile l’implementazione di progetti usando Hyperledger Fabric su BlueMix, con una prova gratuita di 30 giorni.
Quindi, come sarà nel futuro il mondo connesso alla Blockchain di Ethereum e non?
Un futuro in cui gli strumenti inanimati avranno una propria identità digitale e potranno guadagnare da noi, permettendoci di partecipare ad una società condivisa?
O una visione distopica dei network controllati e connessi a corporazioni senza volto che ci rubano i dati, sentendo la nostra presenza e usando la nostra identità contro noi stessi, negandoci l’accesso a diverse arie e vendendoci quello di cui non abbiamo bisogno?
Ad ogni modo, secondo la teoria di William Gibson dei futuri disomogeneamente distribuiti, siamo già nel futuro.
Per scoprire tutti i segreti della blockchain e dell’Ethereum IoT guarda questo video gratuito.
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