Uno studio noto con il nome di 8 Circuit Studios ha iniziato a sviluppare giochi sulla blockchain di Ethereum. Lo studio comprende sviluppatori di importanti società di videogiochi come Nintendo, Microsoft, Electronic Arts e 343 Industries.

Il presidente dello studio è James Mayo, noto per il suo lavoro su Donkey Kong Country, Super Mario World, Age of Empires 2 e ‘F.E.A.R.’.Lo studio ha già rilasciato un gioco versione mobile chiamato “Alien Arsenal” sulla blockchain di Ethereum, insieme a un token noto come “8Bit Token”. Quest’ultimo è stato distribuito ai giocatori usando ciò che gli sviluppatori hanno chiamato “Space Drop Program” ossia un tipico airdrop.Il gioco ha come protagonista un alieno che può essere potenziato per combattere nella “battaglia per la blockchain”. Si tratta di uno dei “primissimi asset digitali e aggiornabili mai realizzati”. Il token 8Bit può essere utilizzato per salire di livello e come moneta di scambio con altri giocatori.

Ancora più entusiasmante è la notizia che un altro titolo completo uscirà il prossimo anno su PlayStation 4, Xbox One e PC. Il gioco si chiama D-PARC e la tagline è “Crea un personaggio che può vivere per sempre.” Il personaggio sarà fuso alla blockchain e la decisione del giocatore porterà “conseguenze eterne”.

Il gioco promette di unire le meccaniche di sopravvivenza psicologica con una prospettiva in prima persona. Conterrà anche viaggi spaziali e scenari di combattimento nave-nave.Il gioco è basato sulla nave n-SATOSHI, un richiamo al creatore di Bitcoin. Lo scopo del gioco è quello di trasportare gli ultimi sopravvissuti dell’umanità a “New Eden”, con 100.001 umani come carico sulla nave.James Mayo ha annunciato i suoi piani per il futuro della venture, dicendo:

“La fase uno permette di creare lo stato del personaggio – livello di stato, oggetti, eccetera. La seconda fase permetterà di portare quel personaggio in ogni gioco che pubblicheremo. La fase finale consentirà di portare il tuo personaggio in qualsiasi gioco tu possa immaginare, indipendentemente dall’editore che lo ha creato e dalla piattaforma su cui è attivo. “