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Questa è la ragione dell’esistenza di EthereumTempo di lettura: 3 min.

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La seconda criptovaluta più importante al mondo è anche la più interessante - ma per comprenderla, dovrete per prima cosa comprendere le sue origini.

La seconda criptovaluta più importante al mondo è anche la più interessante – ma per comprenderla, dovrete per prima cosa comprendere le sue origini.

Inizialmente c’era Bitcoin. La criptovaluta è per molti diventata sinonimo dell’idea di moneta digitale, raggiungendo una capitalizzazione di mercato di oltre 200 miliardi di dollari. Ma la seconda valuta più importante, Ether, potrebbe essere molto più interessante del suo fratello maggiore da prima pagina.

Per capire la ragione della sua popolarità, è di aiuto comprendere la ragione dell’esistenza del software che la gestisce.

Durante Halloween nel 2008, una persona o un gruppo di persone con lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto pubblicò un libro bianco che descriveva un sistema che avrebbe fatto affidamento su un network di computer, in modo da facilitare uno scambio di valore peer-to-peer (bitcoin).

Questi computer avrebbero verificato e registrato ogni transazione in un registro contabile criptato e condiviso. Nakamoto definì questo registro una “blockchain”, poiché è composta da gruppi di transazioni chiamati “blocchi”, ognuno dei quali è crittograficamente collegato a quello che lo precede.

Bitcoin alla fine decollò e ben presto la gente sposò l’idea che la sua blockchain potesse essere usata per fare altro, come tenere traccia di dati clinici o eseguire transazioni finanziarie complesse.

Ma il suo design, progettato specificamente per una valuta, limitò la gamma di applicazioni che avrebbe potuto sostenere e gli appassionati di Bitcoin iniziarono a fare brainstorming su nuovi approcci.

Fu da questo brodo primordiale che emerse Ethereum.

In un libro bianco del 2013, Vitalik Buterin, allora diciannovenne, espose il suo piano per un sistema di blockchain che avrebbe anche potuto facilitare tutti i tipi di “applicazioni decentralizzate”.

Buterin ottenne ciò in gran parte grazie alla creazione di un linguaggio di programmazione all’interno di Ethereum, così che la gente potesse personalizzarlo in funzione dei propri scopi.

Queste nuove applicazioni si basano su dei cosiddetti smart contracts – programmi informatici che eseguono transazioni e solitamente comportano i trasferimenti di valuta, in conformità con disposizioni concordate dai partecipanti.

 

 

Immaginate per esempio, che avete intenzione di mandare delle criptovalute ad un vostro amico in automatico, ad un orario specifico. Esiste uno smart contract per farlo. Alcuni smart contract più complessi permettono finanche la creazione di criptovalute completamente nuove. Questa caratteristica si trova al centro della maggior parte delle ICO.

La potenza di elaborazione necessaria per gestire gli smart contract viene dai computer in una rete aperta distribuita. Inoltre questi computer verificano e registrano transazioni nella blockchain. I token di Ether, che attualmente valgono sui 400 dollari ciascuno, sono la ricompensa per questi contributi.

Mentre Bitcoin resta il primo registro contabile globale condiviso, Ethereum dovrebbe diventare il primo computer globale condiviso. La tecnologia è ancora all’origine, rimangono molte imperfezioni da correggere, ma è proprio questa la ragione di così tanta agitazione.

Di: Technologyreview

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Emanuele

Crypto-lover. Nerd tra i nerd. Ama analizzare numeri e grafici. Crea statistiche anche dove non necessario.
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