Un po’ di tempo fa avevamo scritto a riguardo di una proposta di modifica dell’attuale sistema di fee su Ethereum.
La proposta di modifica è la EIP 1559, meglio nota come BASEFEE.
Con questo aggiornamento si vuole rendere più efficiente il meccanismo di determinazione delle fee su Ethereum, che è ben lontano dall’essere perfetto.
Però i miner della blockchain di Ethereum, che saranno i primi ad essere interessati, non sono tutti favorevoli a questa modifica. Ma qual è il punto della questione che sta così tanto interessando la community di Ethereum?
Come funzionano le fee su Ethereum?
Prima di addentrarci nel tema del dibattito, rivediamo come funzionano attualmente le fee su Ethereum.
Per il momento, quando un utente desidera eseguire un’azione su Ethereum, sia essa un semplice trasferimento oppure un’interazione con uno smart contract, deve specificare un “gas limit“.
Questo valore rappresenta l’importo che l’utente è disposto a pagare affinché la sua transazione venga inclusa nel blocco ad opera del miner.
Nella configurazione attuale, ogni nuovo blocco è riempito innanzitutto con le transazioni che offrono il gas limit più alto. Di conseguenza molte transazioni restano bloccate nella coda (mempool) per lunghe ore, prima di essere incluse in un blocco.
Questo meccanismo è sconveniente sotto molteplici punti di vista.
I miner attribuiscono precedenza alle transazioni che offrono un gas limit superiore, inducendo spesso gli utenti a pagare più del dovuto.
Questo sistema comporta inoltre complessità nella stime delle fee, e incentiva i miner ad adoperare tecniche di manipolazione per guadagnare di più dal mercato delle fee.
EIP 1559 per cambiare tutto
Dopo diverse ondate di intasamento della rete Ethereum, e di esplosione delle fee di transazione, gli sviluppatori avevano deciso di rendere più efficiente il sistema delle fee.
È così che l’EIP (Ethereum Improvment Proposal) 1559 è stata proposta da vari attori di Ethereum, come il suo co-fondatore, Vitalik Buterin, o Eric Conner, fondatore di EthHub.
Lo scopo di questa proposta è riformare il sistema di fee su Ethereum per renderlo più coerente e prevedibile.
Con l’implementazione di EIP 1559 la fee di transazione si caratterizzerebbe per la presenza di tre elementi:
- “Base Fee“: la fee di base da pagare per qualsiasi transazione. Questa sarà calcolata dalla rete in base al suo livello di congestione;
- “Inclusion Fee o Gas Premium“: la parte di fee pagata direttamente al miner per ricompensarlo del suo lavoro;
- “Cap Fee“: il massimo che un utente è disposto a spendere per la propria transazione.
Pertanto, in occasione di una transazione, l’utente (o più probabilmente il suo wallet) stimerà i tre tipi di fee.
Se la transazione non consuma l’importo massimo specificato nella Cap Fee, la restante parte verrà rimborsata.
Ovviamente la “Inclusion fee” viene presa dal miner. La vera novità è che la Base Fee viene bruciata, riducendo la quantità di ether in circolazione.
La distruzione della Base Fee creerebbe un circolo virtuoso tra l’utilizzo della blockchain di Ethereum e l’offerta di ether.
In effetti maggiore è l’attività sulla rete, più ether verranno distrutti nella Base Fee, rendendo più scarso il token nativo della blockchain di Ethereum.
Oltre a modificare il sistema delle fee, la rete sarà in grado di regolare la dimensione del blocco in base al proprio livello di congestione.
Ciò consentirà ai blocchi di raggiungere una capacità del 200%. In pratica, ciò significa che se il limite di gas per blocco è di 12,5 milioni, i blocchi potranno contenere fino a 25 milioni di gas.
È questo parametro che consente alla rete di regolare la Base Fee. Infatti, se la capacità del blocco precedente è maggiore del 100%, la Base Fee aumenterà. Al contrario, se è inferiore al 100%, la Base Fee diminuirà.
Non tutti i miner gradiscono
Come si può facilmente intuire, questa modifica del sistema delle fee avrà un forte impatto sulle entrate dei miner. A differenza dell’attuale modello, riceveranno solo una piccola parte dei costi di transazione sostenuti dall’utente.
Pertanto, non sorprende che molte pool di mining siano contrarie all’aggiornamento del sistema di fee.
Circa il 30% dei miner non è favorevole a questa proposta. Invece le principali pool di mining, come F2Pool, che rappresentano l’11% della potenza di calcolo su Ethereum, hanno già supportato la proposta.
Allo stesso tempo, SharkPool, che fino ad ora era stato abbastanza favorevole all’EIP, sembra fare marcia indietro.
Da parte dei detrattori, vengono sposati diversi argomenti per opporsi a questo aggiornamento. Ad esempio, Stan Kladko, CTO di Skale Labs, ne ha identificati cinque:
- Psicologia: le persone non sono abituate a bruciare denaro. Sarebbe ingiusto e puro spreco. Alcuni miner si sentono vittimizzati, dal momento che la rete preferisce bruciare denaro piuttosto che dare loro questo guadagno;
- Sicurezza: la distruzione di una consistente parte delle fee influirà immediatamente sulla sicurezza della rete, poiché la quantità di potenza di calcolo dipende dalla partecipazione dei miner. Meno soldi per i miner potrebbe significare una riduzione dell’hashrate.
- Equità: la distruzione delle fee è un avvenimento positivo per le balene, che vedrebbero aumentare il prezzo del token, ma è dannoso per i miner. Così, i ricchi diventeranno più ricchi a scapito delle persone che proteggono la rete;
- Giustizia: i piccoli miner hanno investito nelle loro attrezzature. Nessuno aveva avvertito loro della futura distruzione delle fee, laddove guadagneranno molto meno rispetto alle aspettative. Cambiare le regole in corsa sarebbe ingiusto;
- Il rischio di forkare su Ethereum: molti miner sono così sconvolti che parlano apertamente di fork della rete.
Questo sentimento di ingiustizia è condiviso anche da Charles Spears, vicepresidente di Strategy presso l’azienda di mining American BitPower.
In una dichiarazione pubblicata in un articolo di CoinDesk, ha affermato che: “Esiste una narrativa secondo cui i miner stanno facendo un sacco di soldi, e sì i tempi sono fantastici in questo momento. Ma i miner GPU le hanno davvero prese sul muso per un paio di anni, circostanza che pare passi inosservata”.
Alla fine, cosa pensarne?
A questo punto, ciascuna parte ha un’opinione chiara in merito, basata sui propri interessi.
Da un lato i miner sono contrari a questa revisione del sistema di fee. Ridurrebbe i loro guadagni, soprattutto quando sappiamo che sono esplosi negli ultimi mesi.
Gli holder sono invece favorevoli al progetto, in quanto porterebbe ad una riduzione dell’offerta di ether in circolazione, sperando che questo abbia un impatto positivo sul prezzo.
Secondo alcuni questa modifica deve considerarsi positiva, con un occhio al futuro e ad Ethereum 2.0.
Il motivo è che renderebbe ether meno inflazionistico, pur garantendo un’entrata ai miner derivante dall’emissione di nuovi ether per blocco. Sarebbe una transizione perfetta, in linea con passaggio alla Proof of Stake negli anni a venire.
In generale questa EIP è considerata dai suoi sostenitori un passaggio obbligato per migliorare l’utilizzabilità di Ethereum. Pagare 20 dollari in fee di trasferimento non sembra sostenibile a lungo termine.
Tuttavia c’è l’aspetto monetario, il quale potrebbe potenzialmente andare a detrimento della sicurezza di Ethereum.
È verosimile che, dinanzi alla riduzione del guadagno per i miner, si assisterebbe a una migrazione degli stessi verso altre blockchain. Ciò che comporterebbe una perdita di hash power, con conseguente riduzione della sicurezza e della decentralizzazione della rete.
Invero pare che oramai non ci troviamo più nella fase pro e contro.
La proposta ha già ricevuto largo sostegno da parte della community (incluso il supporto finanziario tramite Gitcoin) e sta già andando avanti.
Quindi il dibattito è piuttosto incentrato sulle ripercussioni che avranno i vari cambiamenti.
D’ora in poi ci sarà da chiedersi di più sugli impatti del nuovo meccanismo di gestione del mercato del gas, implementato con questa EIP. Ciò che potrebbe rendere i prezzi del gas molto più prevedibili.
Questa EIP tra l’altro rientra in un contesto più ampio, che vede ether diventare un asset sempre più scarso, poiché è vincolato su Ethereum 2.0, utilizzato in varie dApp DeFi, ecc.
Queste dinamiche rendono la community ottimista circa il potenziale impatto di EIP 1559 sul prezzo di ether.
In effetti, molte persone tendono ancora ad essere scettiche su Ethereum. Le notizie tendono a essere prezzate sui mercati solo dopo che sono state pienamente confermate, come abbiamo visto ad esempio con il lancio della Fase 0 di Ethereum 2.0.
Sebbene per il momento la proposta non sia stata ufficialmente accettata, potrebbe essere aggiunta al protocollo nel secondo trimestre del 2021. Il dibattito, quindi, è tutt’altro che concluso e potrebbe ben ricordare il dissenso vissuto a seguito dell’hack del The DAO.
Commenti
5 Responses
Speriamo sia rilasciato presto questo EIP altrimenti a tendere collassa tutto. Oggi per trasferire degli ethereum da wallet a wallet spenderei in media dai 12 ai 14 dollari. Se spedisco da Argent vado a pagare dai 46 agli 80 euro! (questo perché con Argent si interagisce con uno smart contract).
Immaginate poi fare una transazione su DeFi come Uniswp o Synthetix. Una follia controproducente, tanto che ad oggi utilizzerei la DeFI solo per rimanere anonimo e parzialmente non tracciabile.
Che mi facciano almeno ammortizzare le rx 5700xt..😞
Posso chiedere se qualcuno ha idea di quanto si ridurrebbe il guadagno?
Per dire da 30 dollari al giorno a quanto si arriverebbe? La metà o meno?
Grazie
Miro, non so quanto sarà la diminuizione, ma ad oggi le tariffe proposte per l’esecuzione di uno smart contract arrivano a 5000$ (https://it.cointelegraph.com/news/ethereum-posts-new-highs-as-defi-gas-fees-top-1-000-on-complex-protocols).
Sacro santo che i miner ci devono guadagnare (non pareggirare i costi) perché mica uno fa il miner per opera di carità! Però un limite di decenza ci deve pure essere altrimenti Ethereum muore.
Poi con la proof-of-stake cambia pure il paradigma del guadagno che passa dalla ricompensa solo per l’energia (e potenza di calcolo) impiegata a quella del capitale bloccato. Infatti ad oggi si vendono oggetti meno esosi (dal punto di vista della potenza elettrica) per la prof-of-stake tipo questo: https://ava.do/ che al massimo ti consuma un 100w costanti, mentre solo la tua Radeon a piena potenza arriva a consumare 243.39w (fonte https://www.tomshardware.com/reviews/amd-radeon-rx_5700-rx_5700_xt,6216-5.html). Chiaro che poi devi avere 32 ETH da bloccare.
Son d’accordo con te sul fatto che in questi giorni stiano davvero strapagando, per quanto riguarda la POS, in teoria rimarrà affiancata alla POW per un certo periodo, almeno finché non ci saranno abbastanza nodi POS da garantire un elevato livello di sicurezza al pari dell’attuale, minare in realtà non è una realtà poi così energivora Btw, le schede le downclocki al 50% della potenza, una 5700xt a 120watt rende 56 Mhash (volendo anche di più).
O si fa l’EIP 1559 oppure ETH si avvicina alla morte, basti vedere quanta liquidità sta passando su Binance smart chain.
Io non posso fare lo stesso per via delle fees esagerate ma appena riesco lo farò.