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Il futuro di Ethereum: cosa ci possiamo aspettare?Tempo di lettura: 4 min.

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Qualche giorno fa si è tenuto a Parigi l’evento “Edcon” a cui ha partecipato anche lo stesso creatore di Ethereum Vitalik Buterin.

Mi è sembrato subito un argomento di cui parlarti, poiché grazie alle parole di Buterin possiamo realmente capire cosa aspettarci dal futuro di Ethereum e di quelle che lui stesso definisce “cryptoeconomics“, ovvero l’unione di crittografia ed economia.

Durante la conferenza EDCON 2017, che unisce sviluppatori Ethereum provenienti da tutto il mondo, Buterin ha fornito al pubblico presente un’overview sulla seconda più grande blockchain pubblica per capitalizzazione di mercato.

Gli argomenti toccati sono stati la proof-of-work, gli hash e altri tool come zk-SNARKS, tra gli altri.

Certo, la conferenza potrebbe aver avuto fin troppo un approccio scolastico, ma in realtà il discorso di Buterin è servito per evidenziare i cambiamenti da effettuare al protocollo di Ethereum al fine di migliorarlo.

A questo proposito, per esempio, Buterin ha parlato dell’implementazione della proof-of-stake e della possibilità di costruire sistemi Oracle più sicuri per alimentare i dati degli smart contract.

 “Le Cryptoeconomics stanno per usare un insieme di crittografia ed economia con il fine di costruire sistemi che abbiano le desiderate proprietà di sicurezza delle informazioni.”

EDCON 2017: l’importanza della sicurezza

Il discorso di Buterin è poi continuato parlando di come lui stesso sta usando le “cryptoeconomics” per analizzare eventuali errori commessi dai sistemi basati sulla blockchain, riferendosi a bitcoin come esempio chiave e punto di riferimento.

Sebbene la ragione principale per cui Ethereum vuole implementare la proof-of-stake sia proprio perché vorrebbe provare ad essere un’alternativa più equa rispetto al meccanismo di consenso della proof-of-work di bitcoin, Buterin ha spiegato che la proof-of-stake sarebbe anche una soluzione più sicura.

Buterin, infatti, ha spiegato che la proof-of-work è vulnerabile e quindi la proof-of-stake sarebbe una soluzione più sicura oltre che più giusta ed equa.

E’ già da qualche mese che si parla dell’implementazione per Ethereum di un nuovo meccanismo di consenso e sebbene si dica che la proof-of-stake sia già stata sperimentata e funzioni bene, ancora non è stata applicata su larga scala.

Casper e la proof-of-stake

Come forse avrai avuto modo di leggere in questo articolo, Casper è l’algoritmo che farebbe passare Ethereum dal sistema della proof-of-work a quello della proof-of-stake.

Buterin ha spiegato che i ricercatori stanno cercando nuovi metodi per inventare le proprietà di cui ha bisogno Casper per funzionare in modo sicuro e corretto.

Una di queste caratteristiche è la “sicurezza verificabile“, ovvero la capacità di dimostrare che un terzo dei validatori sia nel torto.

Una volta provato questo, il sistema li caccia uno ad uno, ha spiegato Buterin, riferendosi agli incentivi negativi che il protocollo potrebbe utilizzare.

In altre parole, il protocollo potrebbe eliminare una parte dei depositi di sicurezza che gli attori con comportamento anomalo avrebbe messo da parte sul network.

La seconda proprietà di cui ha bisogno Casper è la cosiddetta “vitalità plausibile“, ovvero la fiducia che il protocollo non si fermerà o non arriverà allo stallo. Questo vorrebbe dire che il network ha bisogno di continuarsi a muovere affinché le transazioni e gli smart contract possano continuare ad esserci.

Infine, il discorso di Buterin all’EDCON è terminato con una lista di problemi tecnici tra cui la resistenza alla censura e la validazione scalabile, entrambi ostacoli che potrebbero emergere con l’implementazione della proof-of-stake.

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Amelia Tomasicchio

Amelia Tomasicchio

Amelia Tomasicchio scrive di Bitcoin ed Ethereum dal 2014. Con una laurea in lettere e un master in marketing, Amelia si occupa soprattutto di content marketing e social media management per diverse aziende nel settore fintech.
Amelia Tomasicchio

Amelia Tomasicchio

Amelia Tomasicchio scrive di Bitcoin ed Ethereum dal 2014. Con una laurea in lettere e un master in marketing, Amelia si occupa soprattutto di content marketing e social media management per diverse aziende nel settore fintech.

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