Questo è il quarto ed ultimo capitolo del post di qualche giorno fa che potrete visionare qui.
La funzione della riserva di valore di Bitcoin è sopravvalutata e può essere svolta con un token su Ethereum
“Sicuramente”, si sente dire spesso, “Ethereum è un mezzo di scambio migliore, specialmente visto che ha delle tariffe più basse. Ma Bitcoin è una riserva di valore migliore”.
Bitcoin possiede un limite in 21 milioni di monete che saranno mai distribuite e la storia solitamente conclude che si tratta evidentemente di oro digitale.
Questa storia è una ritrattazione dal paper originale di Nakamoto, che concepiva chiaramente Bitcoin come un sistema di pagamento.
Ma anche se noi accettassimo questa modifica del campo, non è chiaro:
a) che Bitcoin possa raggiungere la sua missione come riserva di valore senza essere anche un mezzo di scambio.
b) che riservare valore su una blockchain con la minima possibilità di trasferimento sia abbastanza costoso.
c) che una riserva di valore migliore non potrebbe essere raggiunta creando un token in numero limitato su Ethereum.
La sicurezza di Bitcoin viene pagata con mining reward, che consistono in ricompense per blocco e costi nelle transazioni.
Dal momento che Bitcoin possiede un hard cap di 21 milioni di monete, la ricompensa per blocco scenderà col tempo fino ad arrivare a zero.
Questo vuol dire che per mantenere un dato livello di sicurezza, le transazioni sono necessarie e c’è la necessità di rendere i costi non irrilevanti.
Eppure se i costi fossero alti, le transazioni si sposterebbero su altre blockchain. Il limite al mining reward è determinato dalla domanda di transazione – prezzo x quantità – e dunque la sicurezza di una blockchain è anche limitata dalla dalla domanda di transizioni.
Il costo per avere una scorta fissa di monete impatta potenzialmente un parametro di sicurezza del network e ciò vuol dire che i bitcoin potrebbero in realtà non essere una riserva di valore ottimale su un network dove le transazioni vengono scoraggiate dai costi alti.
Inoltre, Bitcoin come “oro digitale” ha esattamente gli stessi problemi dell’oro regolare – deriva da un’incomprensione delle economie monetarie che detiene che l’inflazione sia sempre una cosa negativa e addirittura un furto o una frode.
Se non possediamo alcuna quantità di oro reale, perché dovremmo avere bisogno di oro digitale e in particolare oro digitale che è assurdamente costoso da trasferire?
Mentre vi è una possibilità interessante che le criptovalute soppiantino le politiche monetarie tradizionali, questa possibilità non viene creata limitando il numero di monete ma istituendo un token che controbilanci i cambiamenti nel livello di spesa con aumenti e diminuzioni nel numero di monete, in modo tale da mantenere la spesa nominale costante in una data geografia.
Questo è un concetto interessante, ma l’oro è una cosa sciocca e l’oro digitale è una cosa altrettanto sciocca.
Infine, anche se accettassimo che c’è la necessità di una scorta fissa di token digitali, non è chiaro il motivo per cui questa missione non possa essere portata a compimento in maniera più efficiente instaurando una scorta fissa di token sopra Ethereum.
Potreste avere un token con uno stock di 21 milioni, che può essere trasferito per le spese di rete più basse di Ethereum, con block più veloci e che trae vantaggio dalla capacità del protocollo zk-SNARK, in modo tale da rendere i trasferimenti non tracciabili. Un token così dominerebbe Bitcoin anche come riserva di valore in “oro digitale”.
Storicamente, avreste potuto affermare che i mining reward di Ethereum erano più bassi di quelli di Bitcoin e di conseguenza, che un sistema siffatto non sarebbe stato sicuro come Bitcoin.
Ma come abbiamo detto prima, non è più così. Dunque, l’esistenza continua di Bitcoin è innecessaria anche nei termini stabiliti dall’oro digitale.
L’ecosistema di Ethereum si sta sviluppando rapidamente
Come abbiamo scritto prima, siamo ancora agli esordi nella tecnologia delle criptovalute.
Il futuro appartiene all’ecosistema con lo sviluppo e la maturazione di traiettoria più rapidi, ma anche con la più grande volontà di adottare cambiamenti per il network centrale in maniera sicura in modo tale da sostenere gli avanzamenti.
Scaling
La maggior parte dei tentativi di scaling da parte di Bitcoin sono stati spesi per adottare SegWit (che riduce le dimensioni delle transazioni on-chain ed abilita Lightning come soluzione di livello-2).
Anche Ethereum possiede una soluzione di livello-2 simile a Lightning, conosciuta come Raiden. Raiden non funzionerà soltanto con ether, ma con qualsiasi token compatibile con ERC20 (o un suo successore).
Inoltre, gli sviluppatori stanno lavorando su Plasma, che sembra essere come Raiden ma capace di ammettere non solo trasferimenti, ma anche cambi di stato della EVM generici, facendo per gli smart contract quello che Lightning e Raiden fanno per i pagamenti.
In aggiunta, la comunità di Ethereum sta esplorando ulteriori soluzioni di scaling come proof-of-stake e sharding.
Non siete costretti a credere che queste soluzioni funzioneranno. Presumibilmente, verranno testate del tutto in network secondari prima di essere implementate nel mainnet di Ethereum.
Se non dovessero funzionare, comunque Ethereum non sarà in condizioni peggiori di altre monete. Se dovessero funzionare come ci si aspetta, Ethereum avrà un maggiore vantaggio di scaling.
Sub-protocolli
Alcune delle parti più interessanti dell’ecosistema di Ethereum hanno poco a che fare con i pagamenti. Per esempio, il Name Service di Ethereum è un’alternativa all’esistente Domain Name Service.
In un momento in cui siti come Sci-Hub vengono smantellati attraverso il DNS centralizzato, il decentralizzato ENS ha il potenziale per essere una app killer.
Swarm è un sistema nativo di Ethereum basato sull’indirizzamento di contenuti come IPFS. Se una massa critica dovesse usare Ethereum per l’accesso ad ENS, questi potrebbero anche avere facile accesso allo storage decentralizzato e alla fornitura di contenuti attraverso Swarm. Un sito come Sci-Hub potrebbe anche funzionare senza un webhost!
A differenza di Bitcoin, che tratta i client SPV come un ripiego, Ethereum sta lavorando molto per permettere l’uso di light client. Questo permetterà a mobile client come Status di esistere. Status utilizza l’intero ecosistema di Ethereum, includendo ENS e Swarm e anche il protocollo di messaggistica Whisper.
Ethereum possiede anche gli standard di token più avanzati. Si è parlato di “coloured coins” nella comunità di Bitcoin per anni, ma nessuno li ha mai fatti funzionare. Dall’altra parte, nella classifica dei 30 token presente su coinmarketcap.com, 28 sono su Ethereum. Mentre ERC20 è lo standard di base, la comunità sta lavorando all’estensione dello standard mantenendo la retro-compatibilità.
In aggiunta, si sta lavorando per autorizzare gli scambi atomici di ether ed i token di ERC20 sulla blockchain di Ethereum. Questo autorizzerà scambi totalmente decentralizzati che possono risolvere i più grandi grattacapi associati con l’ecosistema delle criptovalute e con la sicurezza degli scambi centralizzati (ricordate Mt. Gox?).
App utili
Una delle applicazioni più entusiasmanti che potrebbero essere potenzialmente raggiunte con Etereum ma non con Bitcoin sono i prediction market decentralizzati.
L’ecosistema di Ethereum comprende due app di questo tipo, Gnosis e Augur. Il mercato delle previsioni ha il potenziale per cambiare il mondo.
E’ importante sapere che le informazioni di un prediction market potrebbero anche essere utilizzate per prendere decisioni riguardanti la governance delle criptovalute.
mmaginate che il furto di DAO fosse accaduto in presenza di una previsione di mercato combinatoria totalmente funzionale.
La comunità avrebbe potuto lanciare una previsione per il prezzo degli ether in una data particolare subordinata alla presenza o all’assenza di un hard fork per evitare il furto.
La comunità potrebbe molto probabilmente prendere questa strada per aumentare il prezzo degli ether. Questa “Futarchia” (il controllo è nelle mani del futuro) è un’idea affascinante, ma c’è una sola blockchain che potrebbe sostenerla in un futuro prossimo.
Sezione bonus: perchè Ethereum batterà Ripple
Ultimamente Ripple è stata sul piede di guerra e per alcune settimane si è trovata al secondo posto nella classifica di criptovalute come capitalizzazione di mercato.
Per quanto ne sappiamo, le caratteristiche di Ripple sono dominate da Raiden, il token di livello 2 di Ethereum nel trasferimento di network.
Ripple non è un network completamente aperto, e sebbene possa trasferire token che rappresentino qualsiasi asset, la vasta maggioranza di token che sono in uso oggi vivono grazie alla piattaforma di Ethereum.
In quanto tali, sembra naturale trasferirle utilizzando Raiden al posto di creare token secondari su Ripple per trasferire una riproduzione di token di Ethereum.
L’alta valutazione di Ripple rende il suo co-fondatore, Chris Larsen una delle persone più ricche al mondo sulla carta.
CNBC ha calcolato che il suo patrimonio netto corrisponde a 59.9 miliardi di dollari, rendendolo ancora più ricco di Larry Ellison, Larry Page e Sergey Brin. Dato l’attuale livello di utilizzo di Ripple, sembra che finirà male per gli investitori di XRP.
Forse non è un massimalismo permanente
Sembra che il dominio da parte di Ethereum e dei token costruiti su di esso nel mercato delle criptovalute abbia senso per il momento.
E’ probabile che non ci sia una postazione stabile per Bitcoin, Ripple e per la maggior parte delle criptovalute che esistono ad oggi.
Ma a lungo termine, c’è la possibilità che un gruppo di altre criptovalute possano svilupparsi e circolare a fianco di Ethereum in maniera più o meno permanente (o anche soppiantare Ethereum).
E’ abbastanza chiaro come queste criptovalute potrebbero operare – potrebbero essere meglio di Ethereum su margini utili e specifici, o potrebbero essere progettate in modo ottimale per applicazioni specifiche, per le quali Ethereum non funziona. (Oppure, date le latenze coinvolte, magari Marte avrà una sua criptovaluta).
Si può essere grati a Bitcoin per ciò che rappresenta – un passo avanti rivoluzionario nell’informatica. Ma per il momento, il mondo è andato avanti. Semplicemente i mercati non se ne sono ancora accorti.
Di: Blog.Elidourado
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