Il segreto del successo per il progetto Zilliqa, risiede nell’aver intercettato una delle principali esigenze che le blockchain “classiche” hanno.
Dalla nascita di Bitcoin, all’evoluzione delle blockchain di seconda generazione come Ethereum, il crescente numero di partecipanti e di transazioni, lo sviluppo di applicazioni decentralizzate sempre più complesse, ha evidenziato problemi di scalabilità, rischiando in più occasioni di intasare il sistema e rendere le infrastrutture inefficienti.
Perchè Zilliqa
Zilliqa appartiene a quella famiglia di implementazioni che sono riuscite a migliorare la scalabilità all’interno delle blockchain.
Zilliqa non è l’unico sviluppo pensato in tal senso, ne è esempio il tanto atteso lancio di Ethereum 2.0 che porterà migliorie anche nel campo della scalabilità, ma è certamente una delle prime e, guardando ai risultati ottenuti, ad oggi è anche una delle più efficienti soluzioni in materia.
Accanto alla lentezza delle transazioni si affianca un costo elevato, mettendo così a repentaglio la “competitività” delle blockchain all’interno dello scenario tecnologico.
In questo contesto si inserisce Zilliqa, che attraverso l’implementazione dello sharding all’interno della rete, come vedremo, permette di effettuare transazioni più veloci e di ridurre i costi.
Riassumendo il concetto di sharding, possiamo definirlo come la suddivisione di un grande database in parti più piccole, così da aumentarne la velocità e semplificare la gestione.
Queste “mini unità” di database prendono il nome di shards.
La rete di sharding di Zilliqa, è organizzata in maniera che, all’aumentare dei nodi sulla blockchain sia correlato un aumento delle transazioni. Più nodi dunque corrispondono ad una maggiore capacità di elaborare transazioni.
In dettaglio i throughput delle piattaforma aumenteranno in proporzione all’incremento per ogni seicento nodi che saranno aggiunti alla rete.
Possiamo riassumere affermando che: più nodi saranno attivi, più la rete sarà grande e più velocità di elaborazione di transazioni avrà la blockchain.
Come funziona lo sharding Zilliqa
Zilliqa ha completamente riprogettato l’organizzazione della catena dei blocchi, ponendo al centro del suo sviluppo lo sharding.
Come già accennato, il protocollo di consenso permette l’aumento della portata della rete ogni volta che seicento nuovi partecipanti entrano a farne parte.
I nodi sono suddivisi in seicento “frammenti” e il carico di lavoro suddiviso tra di loro. Questo sistema comporta una maggiore facilità nel raggiungimento del consenso e contemporaneamente una riduzione dei tempi in relazione all’aumentare delle transazioni.
Come garantire consenso e sicurezza
Zilliqa si presenta come un sistema capace di elaborare più transazioni in parallelo, dividendole in sottogruppi.
Ogni sottogruppo raggiunge il consenso su di un sottoinsieme di transazioni. Questo permette a Zilliqa di aumentare in modo significativo il throughput delle transazioni per ordine di grandezza.
La sfida principale nella realizzazione dello sharding di rete è garantire la sicurezza del protocollo.
In considerazione della minore dimensione dei gruppi di consenso, la rete risulta essere meno sicura e maggiormente soggetta a compromessi.
Per risolvere ciò, Zilliqa adotta un sistema di consenso definito ibrido, basato su:
- Network sharding: la PoW (potrebbe essere sostituito dal PoS) utilizzata per prevenire gli attacchi e eseguire lo sharding, eleggendo un comitato di director service, con il compito di coordinare il processo, convalidare i blocchi di transazioni proposti da ogni frammento e verificare se hanno ricevuto un’ approvazione da un quorum sufficientemente ampio.
- Secure and Efficient Consensus Algorithm: all’interno del comitato di director service, su ogni shard che elabora e accetta una transazione viene eseguito un protocollo di consenso sicuro ed efficiente: il Byzantine fault tolerance (BFT) utilizzato per garantire che tutti i blocchi proposti risultanti siano definitivi.
Esempi di applicazioni
Zilliqa è nata per supportare calcoli altamente scalabili, si concentra su applicazioni (dAPPS) con requisiti di velocità e scalabilità.
Per citarne alcune:
- Aste automatizzate per grandi volumi, creare dAPPS dove consentire l’utilizzo di token di diversi venditori per essere messi all’asta tra una serie di potenziali acquirenti in parallelo.
- Scambi decentralizzati, rendere gli scambi decentralizzati più veloci ed efficienti eliminando il fenomeno dei “colli di bottiglia”.
- Calcolo scientifico ad alta prestazione, applicazioni che includono operazioni con matrici di grandi dimensioni, di enormi quantità di dati.
- Applicazioni che richiedono calcoli altamente affidabili, calcoli rispetto a modelli finanziari, la frammentazione dei nodi può servire per verificare ed incrociare risultati computazionali su verifica di algoritmi di modellazione finanziaria.
Conclusioni
Da poco più di un mese si è concluso l’evento ZIL3 organizzato da Zilliqa ed altri partner, si è discusso sul futuro di Zilliqa e della DeFi.
Si è evidenziato come l’open finance è destinata a fare da padrona sull’intero settore fintech e di come sarà una della maggiori industrie a crescere nel prossimo futuro.
Si è posta l’attenzione su quelli che ad oggi sono i problemi che limitano il raggiungimento di quei risultati, la difficoltà di utilizzo e l’interoperabilità tra protocolli differenti, ed è per questo che il team di Zilliqa ha annunciato di essere al lavoro per migliorare il settore e lo sviluppo delle dAAPS, stringendo anche diverse partnership con diverse aziende.
Infine si è discusso di come il settore DeFi sia in un momento di “gonfiamento”, ma come successo per le ICO, molte aziende spariranno e poche resteranno sul mercato, progetti che promettono alti ritorni sono molto rischiosi e probabilmente destinati a scomparire.
Zilliqa ha mostrato di essere un progetto solido e in grado di cogliere le sfide.
Tocca al tempo dimostrare quanto valore Zilliqa apporterà al mondo blockchain.
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