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Le criptovalute sono la fine dell’era postmoderna?Tempo di lettura: 3 min.

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Le criptovalute sono l'apogeo dell'iperrealtà, sono ciò che non ha mai avuto una forma fisica, un codice di un programma, un prodotto del mondo virtuale.
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Simulacro è il nome che Jean Baudrillard ha dato a un’immagine di assente validità, una copia senza un originale, un segno certo dietro il quale non c’è realtà.

Ne è un esempio l’Iphone 10. Il valore di questa cosa è definito non tanto dalle caratteristiche tecniche uniche del prodotto, quanto dal significato che il marchio Apple trasmette e dallo status che presta a un proprietario della marca in questo sistema di coordinate.

Qualsiasi esperto di marketing confermerà che un marchio è una cosa per cui le persone nel mondo moderno sono pronte a pagare, e che effettivamente pagano. E se Jean Baudrillard pensava ai simulacri come a qualcosa di artificiale, a qualcosa di anormale, ora sono parte integrante della nostra realtà.

 

Benvenuti nell’iperrealtà

Per le persone moderne, i millennials, un account di social media spesso significa più della comunicazione dal vivo. Non è una seconda vita e non un’alternativa alla realtà, è parte di questo mondo e della realtà stessa.

La gente moderna comunica, guadagna, spende denaro nel “mondo virtuale”. È quello che Baudrillard chiamava “iperrealtà”, la sostituzione del mondo reale e la perdita di contatto con la realtà.

Quindi è possibile considerare l’aspetto delle criptovalute l’apogeo dell’iperrealtà. Va detto che l’epoca postmoderna (supponendo che continui ancora), è durata più di 60 anni e l’avvento delle criptovalute è stato preceduto da alcuni eventi simbolici.

Le criptovalute sarebbero impossibili senza un’ampia distribuzione di Internet, social network e videogames.

Internet ha dato alle persone provenienti da diversi angoli del mondo la possibilità di comunicare liberamente e cooperare tra loro. Tutto ciò che è pubblicato sulla rete appartiene a tutti. L’informazione è diventata la risorsa più accessibile e più preziosa al mondo al tempo stesso.

I social network, come continuazione dell’idea di Internet, hanno creato qualcosa come una comunità virtuale con le sue leggi, i suoi leader e le sue vie di comunicazione.

Grazie ai videogames, le “cose” virtuali create nel mondo virtuale e inizialmente preziose solo nella realtà del gioco hanno acquisito un prezzo reale. Ad esempio, i conti di World of Warcraft sono acquistati e venduti con denaro reale in borse speciali. Ora è tutto un business.

Le criptovalute sono ciò che non ha mai avuto una forma fisica, sono un codice di un programma, un puro prodotto del mondo virtuale. Ora stanno per sostituire le valute reali dall’arena e sostituire tutto ciò che per secoli ha avuto un valore reale (petrolio, oro, gioielli) con un codice informatico, una serie di numeri, una catena infinita di blocchi che ne producono di nuovi ogni minuto.

Non importa se le criptovalute spodestino denaro reale e rimpiazzino petrolio e oro. Il fatto stesso che questa possibilità sia discussa seriamente da scienziati, politici ed economisti al più alto livello, parla molto dello stato del nostro mondo.

Se Jean Baudrillard fosse stato informato delle criptovalute, avrebbe probabilmente detto che questa era la fine dell’umanità e che il mondo virtuale aveva completamente assorbito la nostra realtà. E voi, se foste nei suoi panni, come la pensereste?

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Alessandro Di Vita

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Commenti

2 risposte

  1. Complimenti, è rara una lettura in chiave “umanistica” del fenomeno blockchain. Bell’articolo.

  2. Per i prossimi anni, vedo persone che vagano come degli ebeti, indossando occhiali a realtà aumentata, incapaci ormai di distinguere la realtà tangibile da quella virtuale.

    Un passaggio obbligatorio che sperò prima o poi ci porti alla vera evoluzione e a una consapevolezza maggiore che adesso come specie non abbiamo e neanche riusciremmo a comprendere.

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