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Ethereum nei prossimi 10 anniTempo di lettura: 3 min.

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Vitalik Buterin, personaggio di spicco nella community di Ethereum alcuni giorni fa ha pubblicato la sua visione di Ethereum per i prossimi anni. Andiamo a scoprirla insieme.

Pochi giorni fa, Vitalik Buterin ha pubblicato la sua visione di Ethereum per i prossimi dieci anni. Un esercizio che per alcuni sembra senza senso (perché “tutto è inutile senza un PoS reale”) ma che può aiutare in un processo di serendipity che spinga la communità a cercare altro, trovare nuove applicazioni e far evolvere di conseguenza l’intero ecosistema ancor più velocemente.

La mappa concettuale sviluppata da Buterin, per sue stesse parole, rappresenta la sua visione personale ma rimane comunque qualcosa che, certamente, tantissimi sviluppatori in giro per il mondo prenderanno come riferimento.

In generale, negli ultimi 2 anni c’è stato un passaggio massiccio dalle nuvolette concettuali della ricerca, in cui si cerca di comprendere cosa è possibile e cosa è troppo instabile, ad una ricerca concreta e allo sviluppo di soluzioni ben definite il cui target era sempre incentrato sull’ottimizzazione delle primitive che era chiaro si potessero implementare e sulla loro fattiva implementazione.

Dopo due anni, insomma, gli sviluppatori che stan seguendo l’evoluzione di Ethereum hanno – a dire di Buterin – maggiore conoscenza delle competenze e dei limiti della Proof of Stake, dei modelli di sicurezza dello sharding e così via. Grazie al lavoro di molti, la matematica extraterrestre di ZK-SNARK è sempre più “terrestre”.

Oltre questo, negli ultimi due anni c’è stato un interesse sempre maggiore nel mantenere la retro-compatibilità del software e nel garantire un passaggio non troppo drastico per le applicazioni durante i vari aggiornamenti che coinvolgeranno Ethereum in modo da rendere eth1.x e eth2 due mondi che possono coesistere come parte di una visione globale armonica e coerente.

Da qui la ricerca sta continuando, sebbene la maggior parte delle sfide si stia ormai spostando sullo sviluppo e lo la quantità di concetti da sviluppare non farà altro che crescere nel tempo.

Inoltre, c’è sempre meno ragione di preoccuparsi che il software aumenti di complessità in maniera incontrollata: l’approccio dello “sharding quadratico come storia finale” assicura che ci non ci saranno upgrade molto più grandi dopo quello di eth1 verso eth2 in quanto da eth2 in avanti, le cose saranno molto più incrementali e molti dei cambiamenti portati avanti in questi mesi sono attualmente nella direzione di ridurre la complessità.

Tutto questo, aggiungo io, sempre se #restiamoacasa 🙂

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Emanuele

Crypto-lover. Nerd tra i nerd. Ama analizzare numeri e grafici. Crea statistiche anche dove non necessario.
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