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La storia degli smart contractTempo di lettura: 6 min.

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L’idea di “smart contract” fu coniata per la prima volta da Nick Szabo, un informatico e crittografo, in un paper pubblicato nel 1996. Anche conosciuti come “self-executing contracts”, o “blockchain contracts”, gli smart contract sono semplicemente script di codici che funzionano autonomamente e che funzionano esattamente secondo come sono stati programmati, permettendo alle transazioni o agli accordi di essere portati avanti in maniera affidabile.

L’idea di “smart contract” fu coniata per la prima volta da Nick Szabo, un informatico e crittografo, in un paper pubblicato nel 1996.

Anche conosciuti come “self-executing contracts”, o “blockchain contracts”, gli smart contract sono semplicemente script di codici che funzionano autonomamente e che funzionano esattamente secondo come sono stati programmati, permettendo alle transazioni o agli accordi di essere portati avanti in maniera affidabile.

(Senza dover più inseguire persone che non hanno mantenuto gli accordi, o assumere avvocati per lottare per la vostra causa!)

Questo elimina la necessità di servizi da parte di intermediari e diminuisce le possibilità di conflitti, inattività, frode o interferenze da parte di terzi.

In questo modo, l’esecuzione di smart contract porta ad una maggiore sicurezza e costi di transazione più bassi rispetto ai contratti tradizionali.

Dai telefoni smart agli orologi smart, esiste un repertorio di dispositivi smart e questo è normale perché dopo tutto viviamo nell’era dell’automazione.

E questo è esattamente quello che fa uno smart contract.

Converte un contratto tradizionale in codici informatici per facilitare lo scambio di valore (che sia denaro, proprietà, azioni, asset o contenuto) in maniera automatica nel momento in cui sono soddisfatte o “innescate” delle condizioni specifiche.

Queste condizioni possono essere interne o esterne (questo richiederebbe una fonte di conoscenza esterna chiamata “oracle”. Per esempio, un sensore meteorologico che controlla potenziali danni al raccolto causati dalla pioggia). Il codice è la legge.

Gli smart contract funzionano sulla blockchain ed includono l’utilizzo di criptovalute/token. Pensate ad esso come un distributore automatico – voi inserite dei soldi, digitate il codice ed ottenete lo snack che avete scelto.

Uno smart contract funziona grazie ad un quadro analogo. In poche parole funziona con un’etica di tipo “Se è così allora ..”. In particolare, ecco un esempio molto semplificato: “Se mandate questo pagamento allora quella macchina è vostra”.

Di questo accordo è testimone l’intero network e non può essere manomesso. Il mancato pagamento risulta nella mancata consegna e viceversa.

Nonostante questi contratti possano essere scritti per qualsiasi blockchain (perché lo sappiate: Bitcoin ha gettato le basi per effettuare operazioni sulle blockchain, ma possiede abilità limitate quando si tratta di smart contract. Al momento ci sono una manciata di progetti differenti che adottano gli smart contract), la blockchain di Ethereum ha aperto la strada alla crescente popolarità ed utilizzo degli smart contract.

Grazie alla creazione di Decentralized Applications (DAPPs) e Decentralized Autonomous Organizations (DAOs), Ethereum è stata progettata specificatamente per supportare gli smart contract.

La Ethereum Virtual Machine (EVM) funziona sul programma Turing Complete, che fornisce capacità di calcolo illimitate, al contrario di altre blockchain.

Gli smart contract su Ethereum sono cifrati utilizzando la lingua chiamata Solidity e la EVM li esegue utilizzando “bytecode”. All’interno degli smart contract potrete specificare tutte le condizioni e requisiti che volete.

Tuttavia, ogni funzione su uno smart contract utilizza un certo importo spese, cioè “gas”. Questo viene pagato in token Ether e definisce la difficoltà di calcolo per eseguire quella particolare funzione.

Gli smart contract hanno il potenziale per essere utilizzati in una vasta gamma di applicazioni e scenari. Da procedure di voto sicure durante le elezioni, applicazioni all’interno dell’Internet delle Cose, affitto del vostro appartamento, gestione di catene logistiche, finanziamento di crowdsale, compagnie di assicurazione che trattano le richieste, fino a banche che li utilizzano per emettere prestiti in maniera automatica – La lista è infinita!

Ma perché utilizzare gli smart contract? Dal momento che gli smart contract vengono distribuiti, conservati e controllati su una blockchain, queste proprietà li rendono immutabili, così il codice non può essere manomesso/cambiato senza che voi ne siate già a conoscenza.

Questo aumenta la trasparenza, la velocità ed il rapporto costo/efficacia del processo, eliminando intermediari e burocrazia, il tutto offrendo una consegna di attività puntuale.

E’ anche più preciso dal momento che non c’è bisogno di compilare pile di moduli, è sicuro perché è difficile fare hacking e possiede un piano di emergenza supplementare grazie alla creazione di duplicati del contratto su tutti i node.

Sul lato negativo, tuttavia, gli smart contract hanno dei difetti. Per esempio, gli errori umani potrebbero incorporare errori nella codificazione, fino a diventare una causa di lacune all’interno dell’accordo.

L’esempio più lampante è stato DAO, un’azienda “deumanizzata” nel suo divenire, che è costata alla compagnia milioni di dollari dopo che un hacker prosciugò tutto il denaro a causa di un errore nel codice.

Inoltre, la predeterminazione di tutti i fattori e scenari rende gli smart contract piuttosto rigorosi e lascia poco spazio per miglioramenti ed integrazioni, specialmente per quanto riguarda le aree grigie.

Il codice non è interattivo, poiché non tiene conto di nuove variabili all’infuori di quelle specificate in precedenza. Nonostante gli esperti stiano costantemente tentando di superare questi ostacoli, la tecnologia nascente dissuade molte persone ad adottarla.

Al contrario di quello che dicono il circo mediatico ed la propaganda pubblicitaria, gli smart contract non lascerebbero avvocati o agenti immobiliari senza lavoro.

Gli smart contract potrebbero rappresentare uno strumento per non lasciarsi alle spalle la fiducia fra le parti, ma anche per collegare gli studi legali con la programmazione informatica.

Per citare qualche aspetto della tecnologia, questa potrebbe creare template di smart contract standardizzati, o portare ad audit automatizzati. Un’altra strada potrebbe anche vedere gli smart contract unirsi in ibridi di contenuti digitali e cartacei.

Come ha detto giustamente Gavin Hood, il Direttore Tecnico di Ethereum: “Il potenziale che hanno gli smart contract per alterare aspetti della società è di magnitudine significativa.

Si tratta di qualcosa che fornirebbe una base tecnica per ogni sorta di cambiamento sociale e trovo questo entusiasmante”.

Di: satoshisworld

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Emanuele

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Crypto-lover. Nerd tra i nerd. Ama analizzare numeri e grafici. Crea statistiche anche dove non necessario.
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